Il documento di valutazione della Primaria

Cominciamo dall’ABC: a scuola ci si va per imparare, è un qualche migliaio di anni che i piccoli della nostra specie passano un certo periodo della loro vita, di solito in giovane età, in compagnia di maestre e maestri che trasmettono quelle conoscenze e quelle abilità che ci sembrano importanti per una vita significativa e responsabile. Leggere, scrivere e far di conto, si diceva una volta (che non è poco).

Ogni nostro piccolo, ogni cittadino, ha diritto di imparare, di conoscere, di ricevere una eredità fatta di parole, di idee, di competenze che lo renderanno migliore come uomo e come donna, capace di dare un nome alla realtà attorno a sé. (E saper dare un nome alle cose che ci capitano, anche questo non è poco).

Ora, da praticamente sempre, tocca a chi insegna, a chi trasmette aiutare i piccoli nel loro apprendimento. Non è facile perché studiare stanca, leggere è una fatica, ascoltare è difficile, pensare con la propria testa è un grande traguardo. Nella scuola una certa quantità di fatica, frustrazione, stanchezza e a volte noia ci sarà sempre (l’alternativa è il paese dei balocchi, ma sappiamo come va a finire).

Valutare, giudicare misurare l’apprendimento è uno dei compiti più importanti della scuola, è un aiuto concreto per chi impara per capire dove si deve impegnare di più, dove deve sforzarsi per migliorare.

Nella scuola Primaria la valutazione è un processo delicatissimo e complesso; il bambino deve imparare a valutarsi da solo, i docenti fissano degli obiettivi e poi possono giudicare se l’alunno li ha raggiunti e in che grado, il sistema scolastico deve controllare e osservare se in una certa scuola si impara o no, le famiglie devono essere informate almeno sulle basi di come si valuta oggi, con che regole e con quali criteri.

Ecco perché scrivo questo post.

Perché quando una scuola pubblica il documento di valutazione della primaria (di solito lo fa due volte l’anno, noi lo facciamo oggi, basta guardare sul registro on line) le famiglie devono essere informate su cosa non troveranno.

Sì, avete letto bene, su cosa non troveranno.

  • Non troveranno una pagella come quelle che avevano ricevuto loro da giovani,
  • Non troveranno una condanna o un elogio sulle presunte conoscenze e capacità dei loro figli in ogni materia
  • Non troveranno uno specchio completo di cosa ha imparato loro figlio a scuola
  • Non troveranno nessuna voce che può essere paragonata a quella di un altro alunno
  • E, va detto, non troveranno un documento semplice da interpretare

Per questo lo inviamo solo on line, chi vuole può stampare le 4 o 5 facciate o richiederle stampate in segreteria

Per questo vi diciamo che il documento va un po’ spiegato, perché da quando, nel dicembre del 2020, la scuola italiana si è dotata di questo strumento uno può prenderlo in giro, dire che non è chiaro, che ci vuole la laurea per leggerlo, oppure può chiedere alle maestre e alla scuola; cosa vuol dire questa parola, questo obiettivo?

Quando uno sa domandare non dimostra di essere ignorante, ma di conoscere la vera strada per imparare.

Allora, ecco alcuni spunti:

  • Il documento di valutazione non è una pagella classica, non è confrontabile, non ci sono voti, in via di prima acquisizione non è sei e avanzato non è otto. Per dire.
  • Il documento non è fatto per i bambini, ma per i docenti e per le famiglie, serve a controllare quali obiettivi di diverse discipline sono stati raggiunti e in che grado, è uno strumento per riflettere se l’apprendimento è stato ben progettato, nei tempi corretti, nelle modalità efficaci. Parla più della scuola che dell’alunno.
  • Nessuno valuta se si è bravi in matematica o in italiano (la scuola superiore avrà quel taglio) ma se si sono raggiunti le mete che ci si era proposto a settembre, nella progettazione.
  • Non è l’unico modo di valutare e neanche il più importante: esiste la valutazione esterna dell’Invalsi, esiste la valutazione quotidiana con faccine, con letterine, con simboli, con frasette…e poi esiste la più importante di tutte, forse, quella che gli alunni fanno di se stessi
  • è uno strumento per migliorare l’apprendimento, per verificare se chi trasmette conoscenze e abilità ci sta riuscendo
  • infine, è un modello che tutte le scuole italiane seguono per legge, non sarà un testo sacro o uno schema perfetto, ma a pensarlo non sono stati degli stupidi, ma persone che sanno che valutare con un numero secco, con una parola sola quanto una persona apprende, specie da bambino forse è più facile e chiaro, ma può fare anche più danni.

Valutare, e ora finisco, vuol dire dare valore a tutti gli sforzi che gli alunni fanno, per incoraggiarli, per stimolarli, per dire loro, forza, puoi ancora migliorare!

Buona lettura del documento di valutazione.