La nostra scuola ha un nome importante almeno per la storia di Roma e per chi crede che la testimonianza di Gesù è stata consegnata anche a pescatori, teologi, minatori, maghi, teologi e peccatori che da duemila anni vivono a Roma: i papi.
Pio XII è stato il papa che nell’anno santo del 1950, a Novembre, scrisse e definì per tutti i cattolici queste parole:
L’Immacolata Concezione madre di Dio sempre vergine, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo
E così, oltre le meritate vacanze dell’imperatore Augusto (altra robetta di duemila anni fa…feriae Augusti, ferragosto…) ci ricordiamo che la vita di Maria, come quella di suo Figlio e come quella di tutti noi, non è votata al nulla, al buio, alla tristezza della morte. Ma a qualcosa di cui né il papa, né noi sappiamo dare un nome più chiaro e semplice di “la gloria celeste”. Non è un posto, non è la destinazione di un viaggio miracoloso, non è una favola a lieto fine… E’ la speranza che tutti nostri giorni siano attraversati, adesso e nell’ora della nostra morte, da una luce, da un soffio di vita, da un bene profondo che supera la nostra naturale paura.
Per noi, per i nostri alunni, per tutte le vostre famiglie, che questa gloria possa risplendere già ora e darci la misura di quello a cui siamo chiamati.
Se Maria, silenziosa e discreta, è oggi un riflesso della “gloria celeste” anche noi ci possiamo riflettere in lei, lasciare da parte i legami che ci stringono e fanno male, e accogliere la libertà che viene dal Figlio di questa donna: l’Assunta. Buona festa.
